Conosciamo gli ingredienti: il lomo de cerdo

Lomo de cerdo, lonza di maialeUno dei tagli di carne molto utilizzati nella cucina spagnola è il lomo de cerdo, che corrisponde alla nostra lonza di maiale e ha una forma cilindrica. Il lomo viene utilizzato in diversi modi. Si può preparare fritto o alla piastra, con un contorno di patatine, ma viene anche fatto stagionare e utilizzato come insaccato, tanto che si può trovare nelle salumerie.

Un’altra preparazione tipica è il lomo en adobo, ovvero con un condimento che viene aggiunto attorno al taglio di carne e che è composto da paprica, sale, origano e aglio in abbondanza, e che gli conferisce un particolare colore rosso. Il lobo en adobo viene molto utilizzato per condire i montaditos de lomo, ovvero dei piccoli panini che sono molto famosi in Spagna e che vengono serviti come tapas in moltissima bar spagnoli. Per prepararli, il lomo viene tagliato a fette e passato in padella con un po’ di olio d’oliva per qualche minuto e poi messo in mezzo al panino, semplice oppure aggiungendo del queso fundido, ovvero formaggio che si scioglie facilmente con il calore.

La sopa, ovvero la zuppa castigliana

Uno dei piatti tipici della cucina spagnola è la sopa castellana, ovvero la zuppa castigliana o zuppa d’aglio. Qualsiasi parte della Spagna visiterete, non sarà difficile trovarla come piatto nei menù dei ristoranti in cui andrete. Io l’ho assaggiata e, anche se quando l’ho vista sono rimasta un attimo perplessa per l’aspetto, vi posso assicurare che l’ho trovata veramente buona e molto gustosa. Ed è anche semplicissima da preparare! Nell’antichità questo la zuppa castigliana costituiva un ottimo spuntino mattutino, giacché si usava fare colazione all’alba con un caffè e, dopo qualche ora di lavoro, si mangiava la zuppa per riprendere le forze. Non essendo un piatto a base di carne, costituisce anche uno dei piatti principali del periodo di quaresima in alcune parti della Spagna, soprattutto nella zona madrilena, dove la zuppa prende il nome di sopa de ajo madrileña. C’è anche un drammaturgo che ha dedicato un poema alle virtù della zuppa, Ricardo de la Vega, vissuto fra ‘800 e ‘900 a Madrid!

Sopa castellana

Siete virtudes
tienen las sopas
quitan el hambre,
y dan sed poca
Hacen dormir
y digerir
Nunca enfadan
y siempre agradan
Y crían la cara
colorada.

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Papas arrugadas con mojo picón

Casa Julio!

Nel centro di Madrid, o meglio nel cuore del barrio Malasaña in calle Madera, si trova Casa Julio, un piccolo locale rinomato soprattutto per le buonissime croquetas. Io l’ho scoperto grazie alla mia Lonely Planet, ma sono dovuta tornarci più volte perché era sempre pieno e non trovavo mai un posto. Per una volta sono stata fortuna e sono riuscita a gustare le buonissime croquetas. Ciò che però ha attirato più la mia attenzione sono state le papas arrugadas con mojo picón, ovvero patate bollite con una salsetta piccante niente male. Ovviamente tornata a casa cerco notizie sul piatto, che scopro essere tipico delle Canarie, così come scopro pure che il mojo picón è solo una delle tante salse con cui si accompagnano las papas. Ma se vi piace il piccante, dovete assolutamente gustare questa salsetta, che viene chiamata anche mojo rojo, poiché esiste anche la variante verde, di cui vi daremo la ricetta prossimamente.

Preparare le patate è piuttosto semplice. Basta prendere un kg di patate di piccole dimensioni e metterle a bollire con tutta la buccia in un pentolone pieno d’acqua con una bella quantità di sale, circa due pugni. Una volta che le patate saranno pronte, bisogna scolarle e rimetterle nel pentolone sul fuoco in modo che si asciughino e perdano l’acqua che hanno assorbito. Ovviamente la buccia diventerà rugosa, da qui il nome arrugadas.

Per il mojo picón l’ingrediente principale sono las pimientas piconas, ovvero dei peperoncini tipici delle Canarie, che si possono ovviamente sostituire con dei peperoncini di dimensioni variabile, in base alla piccantezza che si desidera.

Ingredienti:
1 testa d’aglio intera
2 pimientas piconas/ peperoncini
1 cucchiano di cumino intero (o eventualmente in polvere)
1 peperone rosso grande
1 cucchiaio di peperoncino in polvere
20 ml di aceto
140 ml di olio d’olio extravergine
sale grosso qb

Prima di procedere alla preparazione, bisogna pulire i peperoncini e il peperone eliminando i semini. Io consiglio anche di pulire l’aglio, eliminando la parte centrale, in maniera tale che il sapore sia più leggero e non fastidioso.
La preparazione tipica delle Canarie avviene con il mortaio. Bisogna pestare l’aglio, i peperoncini, il cumino, il cucchiaio di peperoncino in polvere e il sale, fino a far formare una salsetta. In seguito si aggiunge il peperone e a poco a poco si versano l’aceto e l’olio, fino a formare una salsa un po’ densa. Se il sapore risulta troppo piccante, si può aggiustare aggiungendo dell’acqua.
Ovviamente tutta la preparazione può essere eseguita anche col frullatore elettrico, risparmiando un po’ di tempo e di forze 🙂

Qué aprovechéis!

Buoneeee!

Conosciamo gli ingredienti: chorizo e salchichón

La Spagna possiede una grande varietà di prodotti tipici, soprattutto a livello di salumi.

Uno dei salumi, o meglio embutidos, più diffusi è sicuramente il chorizo, che può capitarvi di assaggiare come tapas in qualsiasi parte di Spagna. La prima volta che mi sono ritrovata davanti un tagliere di salumi, mi sono letteralmente confusa fra i vari nomi, più che altro perché insistentemente cercavo di associarli a qualche prodotto italiano. Ma la verità è che è impossibile fare dei paragoni fra le varie cucine, perché se è vero che esistono dei piatti molto simili, è altrettanto vero che ogni Paese ha i propri ingredienti e coltiva dietro quel piatto le proprie tradizioni. Quindi, per favore, non pensate che il chorizo sia semplicemente un salame! Ricettaspagnola.it vuole spiegarvi quali sono i principali embutidos spagnoli e oggi ci dedichiamo a conoscere il chorizo e il salchichón!

Per quanto riguarda il chorizo, che si legge “cioriso”, cominciamo col dire che l’origine del termine è incerto, ma potrebbe derivare dal latino salsicium. É un salume che viene fatto stagionare all’aria aperta e in ambienti umidi, composto principalmente da carne di maiale grossolanamente trita e macinata con l’aggiunta del pimentón, ovvero della paprica spagnola (la paprica viene essenzialmente prodotta in due regioni spagnole: Extremadura a Comarca de la Vera, tanto che si chiama pimentón de la Vera, e nella provincia di Murcia). È proprio la presenza della paprica che dona al chorizo il caratteristico colore rosso che lo distingue dagli altri salumi. Il chorizo lo troverete tagliato a fettine come tapas, ma viene utilizzato nella cucina spagnola in tantissimi piatti, ma soprattutto nelle zuppe. Un altro modo per cucinarlo è semplicemente friggendolo: una vera e propria bomba calorica, ma sicuramente buonissimo! Ne esistono diverse varietà, a seconda della zona in cui viene prodotto: la varietà più famose sono quelle de La Rioja e di Pamplona, ma ve ne sono altre e ciò che varia è il grado di tritatura della carne e la quantità di paprica utilizzate.

Chorizo!

Il salchichón, che si legge salciciòn, è quello che più assomiglia al nostro salame e viene utilizzato soprattutto come tapas o per imbottire i panini. Leggi tutto “Conosciamo gli ingredienti: chorizo e salchichón”

Come preparare le Papas asadas spagnole

PAPA,
te llamas
papa
y no patata,
no naciste castellana:
eres oscura
como
nuestra piel,
somos americanos,
papa,
somos indios.

Pablo Neruda

Si tratta di alcuni versi di un’ode che il poeta cileno scrisse e che si chiama appunto Oda a la Papa.
Ah, le patate! Questo fantastico tubero che proviene dal Perù, dal Messico e dal Cile e che i nostri cari cugini spagnoli portarono in Europa intorno al 1570. Il terzo alimento più consumato al mondo, dopo il riso e il mais, tanto che nel 1971 a Lima è stato istituito il CIP, Centro Internazionale della Patata, che ha lo scopo di promuovere lo sviluppo e l’esportazione della patata e che raccoglie più di 5000 varietà di patata. Un alimento che è parte fondamentale della cucina di tutto il mondo e che è largamente consumato, tanto che esiste un proverbio che dice “chi mangia patate non muore mai”, giacché sembra possedere proprietà curative in numerosi casi.

E gli spagnoli, gli spagnoli, sanno bene come cucinarle, le patate. Tortilla di patate, patate fritte accompagnate da tutti i tipi di salsa possibile e chi ne ha più ne metta. Ma ce n’è una che le batte tutte, ma che non è facile trovare dappertutto, purtroppo. La papa asada! Quell’enorme patata cotta in forno e ripiena di mille cose buonissime, della serie che mangi una papa asada e puoi morire felicemente.

Leggi tutto “Come preparare le Papas asadas spagnole”

Aceitadas

Per una Pasqua all’insegna dei dolci, oggi pubblichiamo la ricetta delle “aceitadas”. Tipici della provincia di Zamora, sono un dolce della tradizione della Semana Santa.

Ingredienti

500 ml di olio 
3 uova
500 gr. di zucchero
1 kg di farina
qualche goccia di essenza di anice
una bustina di lievito

 

Mescolare in un recipiente l’olio, lo zucchero, la farina e il lievito. Continuando a mescolare, aggiungere le uova e l’essenza di anice. Una volta ottenuto un composto omogeneo, lasciarlo riposare per circa mezz’ora. Preparare delle palline con l’impasto e poggiarle su una teglia, untando la superficie con l’uovo. Porre in forno preriscaldato per circa 30′ a 130°, fino a quando non raggiungono un colore dorato.

Buona Pasqua dolce a tutti 🙂

Pestiños

Si tratta di un dolce fritto di origini arabe diffuso nel sud della Spagna, in particolare dell’Andalusia. In alcune zone è un tipico dolce natalizio, mentre in altre si prepara per la Semana Santa. Assumono differenti nomi, a seconda della zona: a Salamanca si chiamano “sacatrapos”, mentre a Málaga “borrachuelos” e si mangiano tutto l’anno.

Ingredienti

250 ml di olio extra vergine di oliva
250 ml di vino bianco secco
400 g di farina
50 g di semi di sesamo tostati
15 gr di anice
un pizzico di sale
buccia d’arancia
olio di semi per friggere

In una padella far friggere l’olio d’oliva con un pezzo di buccia d’arancia (o di limone), fino a quando quest’ultima si sarà dorata. Togliere la padella dal fuoco e farlo raffreddare, aggiungendo l’anice. Una volta raggiunta la temperatura ambiente togliere la buccia. In una ciotola mescolare la farina, con il sale e il sesamo, sistemandola a fontanella e versando al centro l’olio fritto raffreddato e il vino bianco. Mescolare il composto fino ad ottenere un composto morbido, facile da lavorare con le mani.
Dopo averlo fatto riposare per circa mezz’ora, prendere l’impasto e lavorarlo. Forme e dimensioni sono diverse a seconda della zona in cui si preparano: si può stendere la pasta a sfoglia e tagliarla poi a rettangoli, oppure creare delle piccole palline da stendere sul piano e da attorcigliare. Un’altra forma molto diffusa ricorda il “cannolo” siciliano. Si friggono, quindi, in padella con l’olio caldo fino a quando saranno dorati. Una volta pronti, farli riposare per un po’ su della carta da cucina per togliere l’unto. I pestiños vanno serviti spolverati con zucchero e cannella, oppure con del miele versato sopra, fatto riscaldare brevemente in un pentolino con qualche cucchiaio d’acqua, a seconda della quantità di miele usato.

Semana Santa spagnola

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Una delle più belle esperienze da vivere in Spagna è sicuramente il periodo della Semana Santa, siate credenti o meno. Per chi ama viaggiare e conoscere non solo i luoghi, ma anche le tradizioni e la cultura dei posti che visita o in cui vive da “ospite”, per chi ha la curiosità di fare nuove esperienze, il periodo della Pasqua è uno dei migliori per visitare la Spagna. Le processioni che si riversano per strada per tutta la settimana, non possono essere considerate solo come mera espressione religiosa, ma si intrecciano con la tradizione e l’arte dando vita a momenti di condivisione religiosa a cui partecipa tutta la cittadinanza con devozione e rispetto. Le strade si riempiono e si trasformano in un palcoscenico in cui sfilano decine e decine di confraternite, ciascuna con il proprio costume, i propri colori e le proprie immagini da contemplare.

Una festa unica, con caratteristiche diverse nei vari angoli della Spagna. Come a Hellín, in provincia di Albacete, dove il momento più importante è costituito dalla Tamborada: 20.000 tamburi che riempiono con il loro suono le strade del luogo. Per la Semana Santa in Valladolid l’evento principale è costituito dal “sermone delle sette parole”, ovvero il sermone sulle ultime frasi che Gesù pronunciò prima di morire in croce, recitato nella Plaza Mayor della città e preceduto dall’annuncio dato da parte delle confraternite, che si spostano a cavallo lungo la città per invitare i cittadini ad ascoltare il sermone. Chi, invece, conosce e ha vissuto la magia di Granada non può non immaginare le bellezze delle varie processioni che attraversano il quartiere di Albaicín con lo sfondo dell’Alhambra. Una delle più importanti a livello turistico è quella di Málaga, come pure quella di Siviglia. A Málaga le confraternite che si riversano per la città sono più di 40: ciascuna di esse ha il proprio costume e il proprio colore che le contraddistingue le une dalle altre, e l’ elemento maggiormente caratteristico è il cappuccio a punta, sotto i quali sfilano sia uomini che donne, che rappresenta i penitenti o nazareni. Durante la Semana Santa le strade della città si trasformano in una vera e propria passerella, nelle quali le confraternite sfilano con immagini e statue sacre, riccamente ornate. Anche i bambini sono partecipi della processione, raccogliendo la cera che i penitenti regalano loro dai loro ceri, giungendo al giorno della Pasqua con una palla di cera di diverse dimensioni, a seconda della loro partecipazione alle processioni. In alcune strade, più piccole, le confraternite passano una per volta; in altre, molto più grandi, come la Alameda Principal, le confraternite si incrociano e ai bordi della strada vengono sistemate delle sedie che permettono di godersi lo spettacolo. La tradizione è fortemente sentita da tutti i malagueñi, che approfittano dell’occasione per indossare gli abiti tipici; ma costituisce anche un’attrazione che attira centinaia di turisti provenienti da tutte le parti del mondo.

La Feria de Málaga

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La Feria di Agosto, meglio conosciuta come Feria di Malaga per i non malagueñi, è uno degli eventi più famosi della città andalusa e di tutta la Costa del Sol visto che questa festa cade per il periodo più turistico in assoluto: il ferragosto.

La feria di agosto commemora la presa della città da parte dei Re Cattolici nel 18 agosto 1487, dedicata alla Vergine della Vittoria e pertanto incentro la festa nel giorno della Madonna il 14 agosto

La feria è uno spettacolo che dura una settimana (quest’anno dal 12 al 20 agosto) e pervade la città intera, con musica, canti e numerose altre attività.
Ovviamente ci sono funzioni religiose e processioni speciali, ma anche concerti con ospiti di fama internazionale e eventi culturali, ma la vera attrattiva si dive tra “Feria de día” e la “Feria de noche“, la prima avviene nel pieno centro e di giorno con casette di legno in cui si può ballare e bere sin dalle 10 del mattino, ed è qui che le signore sfoggiano i loro bei vestiti colarati e i loro ventagli in danze flamencheggianti, mentre la feria de noche si svolge di sera fuori la città nel “recinto ferial“, grazie ad un’oranizzazione ad hoc dei mezzi di trasporto pubblici, in cui ci si può perdere tra una peña (casetta di circoli, associazioni o comunque luoghi di aggregazione) e un’altra grazie all’alcol e alla musica. Non manca nella feria de noche uno spazio riservato al botellon!
Dentro il recinto ferial inoltre sono presenti le giostre tipiche di ogni fiera.

Per gli amanti della tavola la feria de Malaga è importante sapere che solo in quel periodo è possibile trovare in commercio il Cartojal, vino liquoroso e dolce (tipo moscato bianco) dall’etichetta rosa che sovrasta in ogni supermercato e angolo della città e che offre allegria alla città, infatti uno dei classici souvenir venduti in quei giorni e il bicchierino da appendere al collo per essere sempre pronti a beber!

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